ex Jabil: ecco come sono andate realmente le cose

La verità sulla vicenda dei Lavoratori ricollocati in Orefice Generators srl.

Tutti in questi anni hanno avuto qualcosa da dire e da scrivere, oppure hanno avuto domande, che sono state poste a tutti tranne che all’azienda.

Domande che sono state portate in Parlamento prima ancora di essere poste alla nostra attenzione, semplicemente perché evidentemente le risposte non sono il vero obbiettivo.

Il progetto industriale Orefice Generators srl in seno alla reindustrializzazione Jabil era ed  è sempre stato il più concreto di tutti. E’ stata messa in piedi una fabbrica in piena pandemia, mentre oggi tanti parlano al futuro, di fabbriche che da un giorno all’altro saranno in produzione, di consorzi, di green economy, e tanto altro ancora, ma alla fine quelli che hanno fatto la fabbrica e l’hanno fatta funzionare sono stati solo Orefice generators srl, e questo evidentemente ha disturbato, perché pare sia più facile vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso.

La recente sentenza del tribunale di Napoli Nord nei confronti di Orefice Generators srl viene proclamata come una vittoria Sindacale.

E’ arrivato il momento di rompere il silenzio.

In questa sede non commentiamo le sentenze, tuttavia
E’ doveroso sottolineare che in nessuna udienza, fino a questo momento, è mai stata ammessa una sola prova tra quelle presentate dalla Orefice Generators srl.

Non è mai stato sentito un sommario informatore.

Tutta la trattazione è avvenuta basandosi esclusivamente su quanto esposto dai lavoratori.

Abbiamo deciso di pubblicare online tutto quello che nessuno vuole vedere, tutte le prove che dimostrano che:
• Esisteva uno stabilimento a Caivano e che tale stabilimento era attrezzato ed operativo.
• I lavoratori Ex Jabil hanno lavorato all’interno di quello stabilimento.
• L’azienda successivamente alla crisi con i lavoratori, causata dall’avere promosso una azione legale contro l’azienda e poi persa dai lavoratori, aveva proposto formalmente la ripresa delle attività produttive sospese ma Sigle Sindacali e Lavoratori hanno insabbiato il documento.  Nel documento (del 19.05.2021 notificato alle O.O.S.S. dall’Unione Industriali) in questione l’azienda, pur di riprendere le attività, decide di accettare e assecondare le richieste avanzate dai lavoratori proponendo il riavvio delle attività entro 30 giorni dalla sottoscrizione del documento.

Il documento è sparito, volutamente insabbiato.

Tutto quanto è stato fatto e sta ancora accadendo serve unicamente a dimostrare che i progetti di ricollocamento sono quantomeno inadeguati e per tale motivo devono essere ostacolati. È ovvio che mantenere uniti i lavoratori (o meglio le tessere degli iscritti) in una unica grande azienda ne assicura la sindacalizzazione e quindi il controllo, cosa che difficilmente potrebbe accadere nel caso in cui i lavoratori si dovessero inserire in tante piccole realtà produttive.

È chiaro a tutti che in tale contesto è molto meglio e conveniente tentare di bloccare una attività produttiva di un’azienda vera che ha dimostrato, nel periodo peggiore della pandemia e non va dimenticato, di riuscire a realizzare il progetto e farlo funzionare. Probabilmente l’ordine è stato: Orefice generators sta facendo sul serio. Fermiamo Orefice altrimenti tutti vedranno che il progetto funziona e “stiamo inguaiati”.

 Meglio tutti in una grande azienda, magari tutti in CIGS per anni e anni, piuttosto che vedere i lavoratori impiegati in attività produttive vere.   

La compravendita di Risorse Umane
Quello che la Jabil e i lavoratori ex Jabil non sanno, perché è sempre stato loro nascosto, è che vi è stata una sorta di compravendita di Lavoratori tra le Sigle Sindacali e le aziende.
Erano i Sindacalisti interni a Jabil a manovrare ed indirizzare lavoratori o gruppi di lavoratori verso una o l’altra azienda che presentava i progetti di ricollocazione. Erano le sigle sindacali a decidere con forme di “persuasione” chi dovesse andare e in quale azienda. Addirittura, è accaduto che un lavoratore accettasse una proposta di lavoro di un’azienda ma che poi fosse “esortato” a rinunciarvi in favore di un’altra. Chi aveva da guadagnare o da perdere da questa attività?

Riprendendo un passaggio di una sentenza secondo la quale questa è una “vicenda dai contorni poco chiari”, magari è arrivato il momento di chiarire questi contorni.